Abbiamo deciso di costituire formalmente Comunità Democratica. Con questo nome abbiamo già realizzato diversi convegni l’anno scorso e soprattutto l’appuntamento di gennaio 2025 a Milano, che ha visto quasi un migliaio di partecipanti. Diversi incontri pubblici e a porte chiuse sono stati poi organizzati in questi ultimi mesi.
Ci siamo costituiti a luglio come associazione per rispondere alle esigenze che ci vengono dai territori: dare luoghi e occasioni di incontro comune tra persone interessate alla cosa pubblica, studiosi e docenti universitari, professionisti, operatori del terzo settore e politici.
Vogliamo soprattutto contribuire a sanare il divorzio fra cultura e politica e ritrovare il gusto di confrontarsi insieme, con saperi diversi, per aiutare la società ad essere più giusta e fraterna. La distanza fra cultura, competenze e politica porta, ad esempio, a trascurare finora le ricette, definite con le migliori intelligenze, suggerite ai governi europei per rispondere alla perdita di competitività dell’Europa. Senza cultura, insomma, non c’è politica, e la cultura viene intuita e definita anzitutto nella società, attraverso le sue esperienze molteplici.
Comunità Democratica vuole inoltre favorire luoghi di confronto, dove collegare e mettere in rete, a livello nazionale e locale, le varie esperienze che trasformano i territori partendo dal basso.
Si tratta di un lavoro laicamente ispirato dal personalismo comunitario, che non ha un rapporto con la vita interna dei partiti di centrosinistra, a cui ognuno di noi fornisce il suo eventuale contributo.




