Per la prima volta uno degli ambìti “Award” del patrimonio culturale, promossi da Europa Nostra con la Commissione europea, per la sezione “Formazione “, è andato ad una candidatura proveniente dal Vaticano.
Si tratta della Scuola di arti e mestieri, aperta a giovani italiani e stranieri, che è stata istituita due anni fa dalla Fabbrica di San Pietro in collaborazione con la Fondazione Fratelli tutti, a 250 anni dalla fondazione dello Studio pontificio delle Arti per la formazione di aspiranti “sanpietrini” e artigiani.
Padre Francesco Occhetta, segretario generale delle due Fondazioni, presiedute dal card. Gambetti, nella cerimonia ufficiale degli Award a Bruxelles di due settimane fa, ha presentato così il significato e l’obiettivo di questa importante e innovativa iniziativa, giunta al suo quarto corso di 20 studenti ciascuno: “Trasmettere ai giovani il patrimonio di conoscenze e competenze tramandate da generazioni di artigiani della Fabbrica di San Pietro, dove l’esperienza pratica e il saper fare sono stati un riferimento autorevole per secoli nonostante il progresso della tecnologia e dell’applicazione del metodo scientifico al cantiere edile”.
La Scuola si distingue non solo per il contenuto teorico e tecnico di alta qualità dei suoi corsi che rispondono ad una crescente esigenza non colmata dalla attuale offerta formativa ma anche per il metodo pedagogico che coinvolge “tutte le dimensioni dell’umano, compresa quella spirituale e per una scelta molto coerente con lo spirito della Fondazione Fratelli tutti: infatti agli studenti si offre un “piccolo laboratorio di fraternità”, ovvero la vita in comunità per tutti i sei mesi del corso “.
Ho avuto l’opportunità di essere stata incaricata da Europa Nostra di svolgere l’expertise della Scuola e predisporre la relazione (l’Assestment) da sottoporre alla Giuria. Mi sono così resa conto in prima persone della straordinaria esperienza che si offre ai giovani selezionati, che accedono gratuitamente a corsi teorici in ambito storico-artistico e di conoscenza dei materiali, tenuti da docenti di alto livello nel Palazzo della Canonica nonché ad attività di laboratorio nelle officine della fabbrica di San Pietro, guidati da “Maestri” di grande esperienza e competenza. I campi sono diversi: muratori, stuccatori, decoratori; falegnami; scalpellini e marmisti; mosaicisti; fabbri.
Interessante notare che le ragazze sono prevalenti in quasi tuti i comparti, che sono presenti gio-vani stranieri di diversi continenti e che i partecipanti provengono da differenti corsi di studio o sono già attivi professionalmente.
Ha spiegato padre Occhetta: “La scuola sceglie così di ritornare ad investire non solo sulle mani, ma anche sulla testa, la ragione, il senso da dare al progetto e sul cuore, ovvero la dimensione degli affetti e della volontà che orienta le scelte al bene e al bello”.
Da questa esperienza possiamo trarre un insegnamento: per rilanciare la istruzione e formazione tecnica e professionale bisogna ripartire da questo approccio olistico ed esigente, che davvero ne dimostra la pari dignità con altri percorsi formativi e la sua necessità per dare una risposta ad una domanda inevasa da parte delle imprese e dell’artigianato. Ma anche per motivare giovani che spesso ritrovano il gusto della formazione e della crescita personale riunificando la dimensione teorica, esperienziale, manuale e insieme umana e spirituale.




